VICENZA. Come nasce un divo della tv? E come può cadere nell’oblio o peggio in una sorta di “rovina mediatica”? Lo racconta attraverso degli aneddoti curiosi e graffianti Aldo Grasso, il più importante critico televisivo italiano, nel primo dei tre incontri della rassegna “Quel che resta dei divi. Divismo e spettacolo tra fotografia, musica e scienza” proposti alle Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari, Vicenza, in collaborazione con Observa Science in Society, in occasione della mostra “Paparazzi. Fotografi e divi dalla Dolce Vita a oggi” (dal 6 ottobre 2018 al 3 febbraio 2019).
Aldo Grasso, giornalista, nasce in provincia di Cuneo nel 1948. Dal 1990 al Corriere della Sera, cura la Garzantina della televisione (1996, 2002, 2004, 2008) e scrive diversi libri, fra i quali: Storia della televisione italiana (Garzanti 1992), La tv del sommerso. Viaggio nell’Italia delle tv locali (Mondadori 2006). Italia alla Tv. La critica televisiva nelle pagine del Corriere della sera (Rizzoli 2010). Prima lezione sulla televisione (Laterza 2011). Invito alla televisione (La Scuola 2012).
Insegna Storia della radio e della televisione all’Università Cattolica di Milano. Ha diretto le tre reti radiofoniche della Rai «nella breve stagione dei “professori”» (1993-1994). Molto seguìto è anche il suo forum multimediale sul sito del Corriere della Sera “TeleVisioni”.