CITTADELLA/BASSANO. Esattamente un anno fa la guardia di finanza, dopo la denuncia di una dipendente, aveva effettuato una serie di perquisizioni a casa di Carlo Gobbo, dentista titolare della clinica Hospitadella, trovando più di 5 milioni e mezzo di euro nascosti al Fisco. La notizia di oggi è che il dentista 56enne si è visto rigettare dalla Cassazione il ricorso con il quale chiedeva l’annullamento dell’ordinanza che ha respinto la domanda di riesame sul sequestro di beni per quasi 2 milioni e mezzo di euro, pari al valore dell’Irpef evasa.
Come detto, tutto partì dalla denuncia di un’impiegata che era stata licenziata proprio da Gobbo con l’accusa di aver compiuto “gravi malversazioni ai danni della clinica e dei pazienti”. Secondo la versione fornita dall’ex impiegata, il medico avrebbe evaso milioni di euro, nascondendo tutto all’interno di una famigerata stanza segreta. Nei mesi scorsi il dentista ha fatto ricorso in Cassazione lamentando la sproporzione tra il valore dei beni sequestrati, che supera i 2.700.000 euro, e quello corrispondente al profitto confiscabile. Niente da fare: per i giudici la richiesta dell’indagato è inammissibile poiché “l’eccedenza di valore stimata dal ricorrente è pari a 268.893 euro, corrispondente all’11 per cento del profitto confiscabile, una percentuale tale da non rendere manifesta la dedotta sproporzione”.