MOLVENA. All’inizio sembrava la brutta copia di una sceneggiatura da pseudo “cinepanettone”. Poi, però, l’amante ha capito che non c’era nulla da scherzare e si è rivolto ai carabinieri. Dopo la fine della relazione extraconiugale, l’uomo è stato ricattato dalla sua amante: «O mi paghi o racconto tutto a tua moglie e a tua figlia, vengo a casa vostra e faccio il pandemonio». E così, su consiglio delle forze dell’ordine, nel mese di luglio 2012 aveva imbastito una trappola fingendo di acconsentire alla richiesta dell’amante, dandole un assegno da mille euro. Appena lei lo aveva ritirato, scattarono le manette.
Come riporta “Il Giornale di Vicenza”, ieri mattina il giudice ha condannato T. C. F., 53 anni residente a Molvena, ad un anno e mezzo di reclusione. La pena è stata sospesa. L’uomo che aveva subito il ricatto, F. P., un operaio bassanese di 50 anni, non si è costituita parte civile e non era presente in aula, al pari dell’imputata. In base a quanto emerso, fra il 50enne e l’imputata c’era stato del tenero anche se solo per un breve periodo. Infatti, l’operaio aveva deciso subito di troncare, nonostante il parere contrario di lei, che aveva preteso soldi per il suo silenzio. Le indagini imbastite dai carabinieri di Marostica erano state rapide: i messaggi sui telefonini erano evidenti e per questo la “trappola” del finto pagamento è stata facile da organizzare.