I Finanzieri del Comando Provinciale Vicenza, nell’ambito dell’operazione denominata “Pecunia”, hanno dato esecuzione ad ordinanze di applicazione di misure cautelari personali e reali emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Vicenza nei confronti di quattro indagati, due dei quali sono in carcere, mentre nei confronti degli altri due è stata notificata la misura dell’obbligo di presentazione quotidiano alla polizia giudiziaria. Sono stati posti sotto sequestro beni e disponibilità finanziarie per oltre 70.000 euro.
Le indagini avevano preso avvio nel corso del 2018, quando i finanzieri della Tenenza di Schio, a seguito di perquisizioni eseguite nelle abitazioni dei due principali indagati (una filippina e un bengalese) avevano rinvenuto denaro contante per importi considerevoli, nonché numerosi passaporti, trattenuti in pegno, ed ingente documentazione manoscritta, costituente veri e propri “contratti di prestito” tra gli usurai e gli usurati. La donna, tra l’altro, era stata tratta in arresto in flagranza di reato proprio durante la perquisizione, in quanto presso la sua abitazione si era presentata una cittadina filippina vittima di usura con lo scopo di corrispondere una rata degli interessi passivi promessi; la misura degli arresti domiciliari disposta dall’Autorità Giudiziaria nell’occasione fu successivamente convertita nell’obbligo di prestazione alla polizia giudiziaria.
L’usura continuava almeno dal 2013 e rientrava nel modello “five-six”, diffuso nella comunità filippina, il quale prevede che, a fronte della concessione di un prestito, il debitore si obblighi a pagare mensilmente una quota di interessi sino a quando – circostanza improbabile – l’usurato non sia in grado di restituire in un’unica tranche l’intera somma ottenuta.
Tra l’altro, la platea dei debitori era costituita essenzialmente da soggetti privati appartenenti a comunità straniere e privi di garanzie di fronte agli intermediari finanziari, e che dunque erano costretti a ricorrere a tale circuito secondario di concessione del credito.
Circa 40 usurati hanno confermato di aver ricevuto prestiti per complessivi 165.840 euro, per i quali sono stati corrisposti interessi usurari per 72.835 euro, corrispondenti a tassi di interesse fino al 215% del denaro prestato.
L’intera famiglia è dunque oggi indagata, in concorso con la cittadina filippina ed il cittadino bengalese, per i reati di usura ed estorsione. Nei confronti di due di loro (padre e madre, quest’ultima di nazionalità filippina e sorella dell’indagata principale) il G.I.P. di Vicenza ha applicato la misura dell’obbligo di presentazione quotidiano alla polizia giudiziaria.
Per i due principali indagati è stata eseguita ordinanza di custodia cautelare in carcere, con contestuale traduzione presso la Casa Circondariale di Vicenza per l’uomo e di Verona Montorio per la donna.